
04 Lug Cosa vuol dire viaggiare in Scomfort Zone
Se ti senti incastrato in situazioni che si ripetono in loop, ti trovi probabilmente dentro la tua Comfort Zone. Se cerchi l’occasione per trovare “i pezzi giusti” attraverso il viaggio, allora la Scomfort Zone è la risposta che stavi cercando.
Cos’è la Scomfort Zone
La Scomfort Zone non è una definizione che troverete sui vocabolari.
Magari guardateci, Wikipedia potrebbe prima o poi descrivere cos’è la zona di s-comfort.
Si parla di Scomfort Zone come reazione a quello che sta dall’altra parte, ovvero la Comfort Zone.
Quella si è ben definita.
Ci troviamo nella zona di comfort quando siamo immersi nella routine di tutti i giorni, talmente tanto immersi che ne restiamo “totalizzati”.
Embè?!
Si hai ragione, a volte nella comfort zone si sta bene.
Ci sentiamo tranquilli perchè circondati da cose e situazioni che abbiamo plasmato nel tempo a nostra immagine e somiglianza.
La comfort zone non è per forza un termine negativo.
Pensate a qualcosa che fa parte del vostro quotidiano, un gesto o un compito che ripetete continuamente.
Visualizzatevi in questa azione fatta in serie.
Riuscireste a farne a meno?
Forse si o forse no, poco importa.
Di sicuro c’è che vivete in un ambiente “finito” e per fortuna che è così.
La vostra famiglia, gli amici, i colleghi, il barista dove andate a prendere il caffè la mattina, rappresentano la vostra realtà, dentro la quale siete calati.
E in quella realtà spesso vi confrontate.
Prendete le vostre informazioni (acquisite, aggiunte, a volte pure inventate) e le unite alle informazioni di chi incrocia ogni giorno il vostro cammino.

Poi succede qualcosa
E’ il momento in cui vi rendete conto che la vostra zona di comfort così come l’avete costruita non vi basta più.
Le reazioni sono delle più disparate.
La maggioranza delle persone finge che non sia successo niente.
E’ una reazione normale, perchè spesso si pensa che faccia parte del gioco, si arrivi a un punto in cui calano gli stimoli e le situazioni sono sempre uguali.
Si è vero, ma tutto gira intorno alla reazione.
Il modo di reagire alla routine, al nostro comfort quotidiano, condiziona l’esito delle nostre giornate, e quindi della nostra vita.
Alcune persone cercano di reagire e mettersi in gioco in situazioni che possano allargare le proprie vedute e farli uscire così da un senso di lento appiattimento.
In che modo?
Ci sono tantissimi modi per uscire dalla propria zona di comfort.
Non pensare troppo al cosa fare, pensa al perchè.
Pensa a cosa muove il tuo desiderio di cambiamento, come lo senti, quali reazioni ti provoca.
E poi agisci. Non c’è altra soluzione.

La Scomfort Zone e il viaggio
Era febbraio del 2018 e avevo deciso che volevo condividere con quante più persone possibili il mio viaggio di un anno percorrendo zaino in spalla il Sudamerica. Avevo una gran voglia di raccontarlo perchè quello fu, e me ne sono reso conto dopo, un viaggio trasformativo.
Un viaggio trasformativo?
Si, un viaggio che mi ha fatto fare diverse volte il giro su me stesso. Trasformativo grazie ai tanti incontri fatti, così significativi quanto non casuali, come tanti viaggiatori sanno.
Trasformativo per le prove che un viaggiatore zaino in spalla in solitaria deve quotidianamente affrontare e che ti insegnano, ma proprio tanto.
Così iniziai a cercare delle realtà disposte ad ospitare i miei racconti di vita vagabonda. Alla fine ne trovai quindici tra biblioteche, pub e ristoranti, sparsi tra Emilia- Romagna e Marche (oltre a un’indimenticabile serata di raccolta fondi per la Comuna 13 a Potenza).
Al mio fianco nelle prime serate Federica di Not only Barcelona. In comune un lungo trascorso in Colombia che ci aveva profondamente smosso a entrambe. Lei viaggiava per il Mondo insegnando italiano nelle scuole.
Fu proprio lei a spronarmi nel propormi ai locali.
Ma che titolo dare alle serate?
Un pomeriggio come tanti avevo davanti a me una foto scattata a una signora Quechua sulla montagna arcobaleno in Perù.
Di getto mi uscì un titolo: (S)COMFORT ZONE.
E un sottotitolo: “Pensavo fosse un viaggio e invece era la mia vita“.
Cavolo, era tutto in quelle poche righe.
Racchiudevano alla perfezione quello che avevo vissuto.
Ero uscito dalla mia zona di comfort attraverso un viaggio così immerso tra persone e culture differenti..era quella la mia Scomfort Zone.

Le regole della Scomfort Zone
Non esistono vere e proprie regole che vi permetteranno di entrare nella vostra Scomfort Zone.
Casomai degli esercizi di Scomfort Zone.
Sarete voi a definirle, in base a quanto vi conoscete come persona e come viaggiatrice/viaggiatore.
Di certo vi renderete conto che uscirete dalla vostra zona di comfort quando smetterete di trovare scuse che spesso iniziano per “Chissà”, “Potrei”, “Però”.
Un’altra cosa fondamentale per entrare nella Scomfort Zone attraverso il viaggio è darsi un obiettivo.
Dare alla propria esperienza un obiettivo da raggiungere farà tutta la differenza di questo mondo.
Non è necessario che l’obiettivo sia per forza “introspettivo”.
Anche prefissarsi di raggiungere un determinato paese o fare una particolare attività saranno da “innesco”.

Scomfortzone.com – Il viaggio local
Può un blog aiutare a uscire dalla propria zona di comfort?
Non lo so proprio.
Però una cosa la può fare.
Generare della “buena onda”.
La buena onda è energia pura che le persone si trasmettono quando sono nel cammino giusto, quell’energia che fa capitare le cose e gli incontri.
La Scomfort Zone dura un tempo limitato.
Non è possibile rimanere sempre in quel tempo.
Entrare nella ScomfortZone in questo blog vuol dire avere l’opportunità di mettersi in gioco attraverso il viaggio.
I VIAGGI DI GRUPPO e GLI EVENTI che vengono proposti sono la prova sul campo di quanto scritto nel blog.
Troverete poi informazioni per viaggiare a contatto con i cosiddetti local, interviste a chi fuori dalla zona di comfort ci si trova per davvero, consigli pratici da portare nel proprio quotidiano e opportunità di volontariato nel Mondo.
Non è forse creando valore per gli altri e la società che realizziamo veramente noi stessi?
Le opportunità sono tante, e se sei arrivato/a fino in fondo a questo articolo è perchè senti qualcosa.
Ora resta solo una cosa da fare.
AGISCI.
Credo nel viaggio lento e responsabile, agli abbracci sinceri, alla camicia arrotolata e alla buena onda.