
23 Feb Ma la libertà fa bene?
“Il mondo intero ama la libertà, eppure ogni creatura ama le sue catene. Questo è il primo paradosso e il nodo inestricabile della nostra natura” (A. Gosh).
Non mi ero mai chiesto veramente cosa rappresentasse per me la libertà. Penso che sia uno di quei valori che ognuno di noi mette dentro al suo podio ideale ma poi non sappiamo veramente cosa voglia dire. C’è sempre qualcosa che non va. Ci sentiamo spesso rinchiusi da alcune situazioni che ci mettono in gabbia. Non starò qui a scrivere quali siano queste gabbie. Sono tante e ognuno ha le sue. Penso anzi che a volte facciano bene. E’ l’atteggiamento che fa la differenza. Può essere molto pericoloso infatti cadere dentro alle situazioni senza chiedersi se quel compromesso continui a essere per noi una fonte di accrescimento o l’inizio di un lento consumo di energie mentali e vitali.

Ma tutta questa sognata libertà fa poi così bene?
L’ho cercata tanto la libertà. Cercavo una libertà di tempo e azioni quasi incondizionata. Nessun vincolo, solo quelli morali. L’opportunità di essere dove volevo e quando volevo. L’ho cercata tanto e l’ho pure incontrata. All’inizio me ne vergognavo pure un pò. Secondo me ci hanno insegnato a non mostrarci troppo felici, non trovate? Va bene, ma non esagerare. Un giorno ho scelto di non vergognarmene più. Stavo camminando da solo sulla spiaggia di Canoa, nella costa pacifica dell’Ecuador. Mi sentivo felice e libero. L’energia e l’atmosfera di quella spiaggia poi faceva il resto. Iniziai a correre e gridare noncurante di chi si trovasse poco distante. Mi sono spogliato e di corsa tuffato nell’oceano. Ero libero e finalmente me ne resi conto.

La libertà più ambita è quella del tempo. Avere tempo rende liberi di essere noi stessi e questo permette di cercare la lucidità di fare le scelte che in quel determinato momento riteniamo giuste. I backpackers di tutto il Mondo ad esempio si muovono così. Si viaggia leggeri con programmi a stretto raggio. Dietro l’angolo si potrebbe celare una novità che ravvivi la nostra anima e ci porti a prendere subito un altro percorso. Se penso a un atteggiamento che identifichi il mio essere libero è sicuramente quello di cantare. Essere libero per me vuole dire cantare. Canto quando sono leggero, quando godo del tempo che mi sto dedicando. I miei must sono in montagna e in aeroporto. Mi sono chiesto perchè mi capiti in un luogo di passaggio come l’aeroporto. Credo perchè ho avuto la libertà di scegliere la mia prossima destinazione. Sedersi in un bar e aspettare il momento dell’imbarco curiosi di sapere quello che succederà.
La libertà porta con sè il fascino dell’ignoto. Se si assapora la libertà si è lontani dalla logica del “si è sempre fatto così”. Cercare nuove strade è uno stimolo naturale che affascina prima e invita a migliorarti poi. Ma quanto sappiamo utilizzare tutto questo? La libertà è davvero una strada per la felicità? La libertà è un’arma pericolosa. Ti ferisce nel momento esatto nel quale non sai come gestirla. La libertà va gestita. Io ho sofferto di troppa libertà e vi confesso che si può arrivare a stare molto male. Forse dovremmo inventare una Palestra della Libertà. Detta così però, suona come una nuova proposta politica che al solo pensiero mi dà il voltastomaco.

Dovremmo allenarci ad essere liberi
Il rischio è infatti quello di ritrovarci davanti a infinite soluzioni e avere paura di iniziare ogni nuovo percorso. Se non sei “allenato” hai paura. Perdiamo tempo a inveire contro al sistema che ci confonde e incanala verso egoistiche pratiche consumistiche e poi quando abbiamo la possibilità di fare un’azione cosciente, perdiamo tempo indecisi. Come vi dicevo, anch’io ho avuto paura di essere libero e spesso ce l’ho ancora. Partire per un viaggio lungo senza una meta prestabilita, ad esempio, è un concentrato di adrenalina e paura. Tante opportunità, forse troppe. Vi faccio l’esempio del viaggio perchè sapete che, se giocate con le regole corrette, il viaggio è una palestra di vita e di insegnamenti potentissima. Il viaggio ci aiuta a tornare nella comfort zone di tutti i giorni con un’altra consapevolezza. Ho scritto un articolo dove consiglio 3 esercizi quotidiani per allenare la nostra libertà. Li trovi qui.
Non dimenticate mai che voi siete l’allenatore e non l’atleta. Chi necessita di allenarsi duramente si trova nel punto più alto del vostro corpo e risponde allo pseudonimo di cervello. Parlateci, programmate gli orari e le sessioni e fate in modo di non essere troppo esigenti con lui. Abbiate cura del vostro atleta ma invitatelo a essere disciplinato.