“Ho vinto la malattia, ora viaggio per aiutare gli altri” – La storia di Maya

Maya Cenicola con la scuola di Siem Reap in Cambogia

“Ho vinto la malattia, ora viaggio per aiutare gli altri” – La storia di Maya

La storia di Maya Cenicola è fatta di tante sfide, che lei ha saputo affrontare con coraggio. Ora Maya utilizza il viaggio come ricerca di essenzialità e aiuto dell’altro.

Ciao Maya, raccontaci qualcosa di te

Mi chiamo Maya Cenicola, ho 50 anni (anche se fatico a crederci) e sono nata in Germania da madre tedesca e padre italiano. Gli anni passano così velocemente eppure sono grata di aver vissuto ogni giorno!
Penso di essere nata “zingara”, una viaggiatrice.
Della mia infanzia ricordo i viaggi con la vecchia Opel dei miei nonni verso l’Italia, verso il sole e i profumi del sud. La musicassetta che riproduceva all’infinito “Si viaggiare” di Lucio Battisti. Amo questa canzone e mi accompagna spesso in giro per il mondo. Penso che la mia passione per i viaggi derivi da tanta curiosità. Ho fame di paesi sconosciuti, di altre culture e abitudini, di scoprire nuovi sapori.
Avevo una buona posizione sociale, ottenuta conducendo una vita stressante e a tutta velocità.
Era la vita di una donna in carriera, sempre di fretta: corsi di formazione, congressi, incontri su incontri, impegni, famiglia, amici e marito (questi ultimi spesso trascurati).

La vita di una super donna? Assolutamente no!

La vita di una donna che non riusciva più a percepire il mutare delle stagioni, che non aveva il tempo di ascoltare il canto degli uccelli e godersi il silenzio perché il silenzio era insopportabile per lei.
Poi un giorno cambiò improvvisamente tutto.

Ho scoperto di avere un tumore.
Mi diedero sei mesi di vita.

Non accettai di mollare, ho combattuto e con molta disciplina e motivazione ho vinto questa guerra.
Ora sorrido, posso quasi dire che è stata una delle “migliori” esperienze della mia vita.
Ho dovuto imparare e accettare i miei limiti.
Mi sono dovuta svegliare.
Solo allora ho capito che dovevo cambiare la mia vita, le mie abitudini e molto altro ancora.
A quarant’anni lascio mio marito, la mia famiglia e l’azienda. Dalla Germania mi trasferisco in Italia, a Lecco. Non è stato per nulla facile. E’ stato però un passo più consapevole verso una vita semplice, ma piena di sorprese, avventure e tante nuove esperienze.
Ho abbandonato la mia personale zona di comfort! 
Tutto questo mi ha reso la donna che sono oggi, aprendomi a nuove sorprese ed esperienze lungo il cammino.

Cos’è per te il viaggio e in cosa pensi ti abbia cambiato?

Ho passato vacanze “rilassanti” in strutture di lusso, ma era tutto così uguale, era noioso!
Nel 1992 andai per la prima volta in Africa, ero così spaventata. Quel viaggio mi aprì la mente. Vidi bambini nudi che giocavano in pozzanghere sporche. Un conto è vederlo in televisione, un altro è vederlo con i tuoi occhi.
Sognavo di conoscere il Madagascar zaino in spalla.
Ben vent’anni dopo dal primo viaggio in Africa ebbi questa opportunità. Insieme a un giornalista tedesco viaggiai per tutto “il paese dei malgasci”. Quelle quattro settimane furono un’esperienza unica. Ricordo le tante piante e i maestosi animali, ma anche i lati oscuri della corruzione, l’oppressione politica, la povertà. Questo viaggio mi ha plasmato molto. Decisi dopo un anno di ritornarci insieme a una suora malgascia che stava realizzando dei progetti scolastici per bambini orfani. La maggior parte dei villaggi al di fuori delle città più grandi sono ancora senza servizi igienici o elettricità.
Ma una cosa posso dirla con certezza.
Non ho incontrato persone depresse o di cattivo umore, né bambini che urlano perchè insoddisfatti.
Comincio a capire che queste persone sono significativamente più ricche di noi, pur senza tutte le nostre possibilità. Oggi capisco perché ci sono voluti vent’anni per intraprendere questo viaggio: non ero pronta a capire veramente ciò che stavo vivendo.
Prima mi sentivo quasi “anestetizzata”. Oggi per me la felicità è il sorriso felice di un bambino, o il volto di una persona anziana che piange di gioia per una donazione ricevuta. Da lì si sono susseguite tante altre esperienze anche in diversi paesi dell’Asia.
Il viaggio “zaino in spalla” mi ha permesso di imparare così tanto su me stessa e ritrovare la mia anima.
Sono molto grata alla vita di questo!

Fare volontariato in viaggio, perchè?

Un viaggio di volontariato è un’esperienza unica che consiglio a tutti. Sarete immersi nella vita reale e quotidiana delle persone, nella loro cultura e, ovviamente, nelle necessità di tutti i giorni. Ma anche il fatto di fornire aiuto volontario e non retribuito ci fa bene, ci rende felici e contenti. Una sorta di aiuto per entrambe le parti, senza alcuna aspettativa.

Indescrivibile!

Quando ritorno in Italia vedo le cose ovvie con occhi diversi, tratto l’acqua o il cibo con più rispetto, non mi lamento della pasta che non ha la cottura perfetta ecc. Sono più soddisfatta di quello che ho, delle opportunità di cambiare, delle possibilità di scegliere. Se solo potessimo allargare i nostri orizzonti e capire che viviamo tutti sulla stessa terra, così diversi e per questo meravigliosamente unici!

Raccontaci dei progetti che sostieni

Cerco di aiutare diversi progetti, ma due di loro sono particolarmente vicini al mio cuore.
La scuola per bambini di strada, suor Claudine Rasoanjanahary di Fianarantsoa in Madagascar.
– “La storia dell’autista di Tuk Tuk” Kim Lean e il suo progetto scolastico

La suora malgascia Claudine ha già costruito tre scuole a Fianarantsoa, con più di trecento bambini di strada emarginati, orfani o provenienti da famiglie molto povere.
La scuola di Nosy Bè ha un tale successo che alcuni sono arrivati fino all’università.

Questa donna combatte instancabilmente per i poveri e per il loro diritto di istruzione.

La storia dell’autista di Tuk Tuk Kim Lean in Cambogia è davvero speciale.
Kim è nato in una delle tante baraccopoli ed è cresciuto senza alcuna istruzione, il che è del tutto normale lì. La lotta quotidiana per sopravvivere, la dura realtà di una delle tante famiglie povere, lo ha motivato a inseguire un grande sogno: imparare un mestiere, lavorare e aiutare gli altri con i soldi ricavati. La sua famiglia non prende tutto questo sul serio e non gli permette di studiare. Così una notte, a tredici anni scappa di casa e camminando per tre giorni interi, raggiunge la città di Siem Reap. Lì incontra un monaco che lo porta al suo monastero, gli offre cibo e un letto dove stare, gli insegna l’inglese. Kim ottiene un lavoro in un ristorante, e così con i risparmi compra una piccolo moto con la quale fare da taxi. Lavora sodo con ben alla mente il suo grande sogno. Da una piccola moto Kim Lean riesce con il tempo a comprare un Tuk Tuk.  Inizia così a portare turisti stranieri nei famosi templi, organizza tour per loro. Lui e la sua famiglia decidono di improvvisarsi insegnanti per i bambini poveri della zona. Stanno in un edificio dimesso, coprendosi con un telone di plastica durante la stagione delle piogge. Lui stesso vive lì con la sua famiglia di sei persone, in una piccola cameretta.
Gli studenti bisognosi aumentano e con loro i costi, ormai insostenibili.

Kim è disperato, non sà come poter continuare ad aiutare questi ragazzi.


Ma un giorno come un altro avvenne un incontro che diede una svolta al suo sogno.
Trasportò con il suo Tuk Tuk un giovane turista irlandese di nome Paul. I due conversarono ed entrarono subito in sintonia. Quello di Paul doveva essere un viaggio di una settimana. Alla fine si trattenne per tre mesi nel corso dei quali aiutò Kim a rendere il suo progetto sostenibile. Kim Lean riuscì così a ottenere la licenza ufficiale per aprire un’organizzazione senza scopo di lucro e tramite appelli per donazioni è stato possibile acquistare un edificio di proprietà. Prima di iniziare il mio viaggio in Cambogia, ho iniziato un Gofundme e con l’aiuto di tante persone di cuore abbiamo raccolto 1557 €.
Sul posto abbiamo comprato 500kg di riso, libri, materiale scolastico e un mese di affitto per provvedere alle esigenze di tutti i giorni. Tanti altri viaggiatori arrivarono a Siem Reap, appassionandosi al progetto e decidendo di dare una mano, ognuno a suo modo.
La scuola finalmente è quasi completa! Mancano ancora i fondi per gli impianti sanitari e per dotare la scuola di panchine e sedie, così come i costi mensili per gli insegnanti di inglese e per cucinare ogni giorno il pranzo. Kim Lean non si arrende. Questo era il suo sogno da bambino, ha lavorato sodo e ora sta finalmente dando un aiuto concreto a questi bambini. Lui non ha mai dimenticato da dove viene. Non ha mai dimenticato quanto sia importante l’istruzione per il futuro, il trampolino per allontanarsi dalla povertà. Sono molto grata di aver incontrato questo giovane e devoto uomo con la sua famiglia. A questo link li puoi sostenere.

In che modo possiamo aiutarti?

Le donazioni sono molto importanti, anche piccole somme. Potete aiutarmi a condividere queste storie su Facebook o Instagram, è un grande aiuto per fare conoscere questi progetti. E’ possibile inoltre passare qualche settimana di volontariato in questi progetti in Cambogia e Madagascar . Io vi posso aiutare per entrare in contatto con queste realtà.

Che consiglio daresti a chi vorrebbe dedicarsi una lunga esperienza di viaggio ma non trova il coraggio?

Se ne sentite il desiderio, PARTITE!
Le paure si perdono senza che ve ne accorgiate, in viaggio potrete riunire tutti i pezzi. Personalmente non è mai capitato che mi mancasse il tetto sopra la testa la sera o di andare a letto affamata. Come sempre è importante trattare le persone con rispetto, proprio come vorresti essere trattato tu. Siamo diversi, per fortuna, ma siamo anche tutti uniti su questa terra meravigliosa e così bella.
Cercate di ascoltare il vostro istinto, quello che abbiamo dimenticato nel nostro mondo veloce e stressante. Non siamo diventati sordi, dobbiamo solo imparare a percepire questo istinto e svilupparlo di nuovo.
Tutti possono farlo! Ho imparato a uscire dalla mia zona di comfort, a superare i miei limiti, e mi sono così resa conto di essere resistente e forte, più di quanto pensassi! Ogni volta che farete le valigie di nuovo, la paura tornerà a trovarvi.
Non c’è nulla che potrà però essere paragonato alla gioia e alla ricchezza che porterete con voi al ritorno.

Potete seguire Maya in questo modo:
Sito web: www.mayaworldtravels.com
Facebook: Maya Melanie Cenicola
Instagram: Mayacenicola