
13 Lug Monte Vector – “Un Rifugio per ripartire” sui Monti Sibillini
Il Monte Vector è un progetto che parte da una storia.
Una storia che ha visto molte curve e dossi da superare ma che prosegue tenace per il suo cammino.
Monte Vector è un nome che non identifica solo un luogo ma un insieme di persone.
Monte Vector è un’associazione, un rifugio che accoglie e racconta.
Quella maledetta notte di Agosto
Non tutte le storie sono belle, felici e spensierate.
Ce ne sono tante che subiscono un colpo, una mazzata, qualcosa che arriva all’improvviso e può schiacciarti a terra e non farti rialzare mai più.
Il 24 Agosto del 2016 è stato l’inizio di un nuovo racconto, una storia che dal giorno alla notte ha preso pieghe inaspettate.
Ci troviamo in zone rurali, fatte di artigiani e pascoli.
Qui il tempo ha un altro ritmo, segue quello delle stagioni, i ritmi della natura e dei Monti Sibillini che osservano questi paeselli dall’alto.
Ci troviamo al confine fra tre regioni: Marche, Umbria e Lazio.
Non hanno mai avuto granchè in comune nel recente passato.
Giusto qualche scambio di agricoltore che andava a mietere “fuori regione” oltre ai soliti inevitabili campanilismi.
Il 24 Agosto del 2016 una tremenda e inesorabile vicissitudine legherà insieme per sempre queste terre confinanti.

Il terremoto è un fenomeno bastardo.
Come è bastardo quello che succede dopo: un’enorme attenzione mediatica che dura un tempo e poi “puf” scompare come per magia.
Questo terremoto bastardo ha contato 108 morti.
108 vite rimaste sepolte tra le macerie del bene a loro più prezioso: la casa.
Questo terremoto bastardo a distanza di quattro lunghissimi anni ha portato a oltre 1000 vittime.
No, non sono cadute altre case.
Sono crollate certezze più che altro.
Persone che con il passare inesorabile del tempo non hanno retto al peso di non avere due delle cose più preziose: una casa e un lavoro.
Ci sono altre storie, per fortuna, che con tenacia e forza guardano avanti al futuro, per il bene di tutti.
Il Rifugio Mezzi Litri

La storia che vi sto per raccontare inizia dal paese di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno.
Arquata è come tante altre una piccola frazione di montagna.
Con il tempo, come capita, molte persone sono andate a cercare fortuna nelle grandi città, lasciando così qualche centinaio di abitanti a vivere in questa frazione alle pendici dei Monti Sibillini.
Tra queste persone anche Stefano, il fornaio.
Il suo pane era richiesto dagli abitanti del posto, ma anche da tutti quelli che nel weekend tornavano ad Arquata direttamente da Roma.
Quella notte tragica, quella del 24 Agosto 2016, Stefano era lì, lungo le strade per aiutare la sua gente, estrarre persone incastrate tra le macerie.
Della sua casa e del suo forno più nulla.
Solo un amaro ricordo.
Stefano non fa parte di quei “Mille”, le persone il cui peso di quella tragedia è stato troppo forte.
Forse l’ha pensato, anche solo per un attimo, chissà.
Del resto quelle zone terremotate, da un giorno all’altro sono diventate dimenticate.
Gli incontri si sà, nel viaggio come nella vita, aiutano a cambiare direzione, dare forma a idee, riscrivere destini che sembrano segnati.
Lo sguardo di Stefano incrocia quello di Elena, una donna di Ancona innamorata di quelle terre e mossa dal desiderio di aiutarle a risollevarsi.
E’ in quel preciso istante, in quell’incontro, che nasce l’Associazione Monte Vector.
Ora capite meglio come sarebbe riduttivo chiamarlo semplicemente Rifugio.
Ci troviamo ai piedi del Monte Vettore, la vetta più alta dei Monti Sibillini, che dai suoi 2476 metri d’altezza fa sembrare minuscola e insignificante qualsiasi cosa.
Il Rifugio Mezzi Litri, questo è il vero nome del rifugio, ha resistito agli anni e al terremoto.
Stefano ed Elena da due anni si stanno dedicando con cura a rendere quel luogo un punto di riferimento per quelle terre.
Le chiamano Terre Mutate, perchè le scosse ne hanno cambiato la forma.
Spesso però si finisce per non pensare a come il terremoto abbia mutato la vita e i pensieri delle persone.

A Monte Vector non si dimentica il passato, ma si pensa al futuro.
Sono stato accolto qui con semplicità, non importava da dove venissi, mi è stato solo chiesto tra le righe di avere orecchie per ascoltare
A voi invece dico una cosa: quando passerete da questo rifugio, osservate bene.
Ci sono tante sfumature da cogliere nei dettagli, alcune cicatrici non ancora rimarginate, sguardi intensi che portano con se una missione.
Osservate anche le cose che mangerete, tutti prodotti locali, di agricoltori che resistono alla tentazione di andare via, per il “troppo amore” che hanno nei confronti di quei campi.
Scritto su di un taccuino
Qualche settimana fa, appena salutati Elena e Stefano, ho scritto queste poche righe sul mio taccuino, che voglio condividere insieme a te.
Il rifugio Mezzi Litri è un mondo di animali dei monti reincarnati in persone buone, appassionate, semplici e laboriose.
Ai Mezzi Litri smetti di guardare l’orologio, senti il vento che si scontra sul Monte Vettore dettare esigente i ritmi della natura.
Qui ti metti in ascolto, della natura o di te stesso.
C’è sempre da fare ai Mezzi Litri perché un Rifugio è un luogo per accogliere ma che cresce di continuo.
Non sarà mai pronto del tutto ma ogni persona che passa segna un piccolo ricordo di questo posto.
Le fratture fanno male, le crepe spesso non si rimarginano..le buone azioni e i progetti dal basso donano speranza anche a chi sembra averla perduta.

Godetevi i giorni sui Sibillini e le serate in compagnia nel rifugio Mezzi Litri di Stefano ed Elena.
Vi posso però suggerire una cosa.
Prima di andare via passate da Pretare ed Arquata del Tronto.
Fermatevi un secondo e guardatevi attorno.
Guardate quello che rimane.
Solo allora vi renderete conto davvero della bellezza del progetto Monte Vector e delle persone che lo animano.
Se vuoi conoscere insieme a me i Monti Sibillini e l’Associazione Monte Vector, partecipa dal 11 al 14 Agosto 2021 a “Monti Sibillini – A passo lento oltre il Sisma“.