
25 Apr C’è libertà e libertà – Fateci caso
Quello della libertà è un concetto sottovalutato, ne possediamo tanta e non ne godiamo. Spesso ci mette in imbarazzo. Un viaggiatore consapevole sa che non è così in tutte le parti del Mondo.
Il nostro concetto di libertà
“Sentiti libero di dire ciò che pensi“, vi è forse familiare questa espressione?.
Viviamo in una società, un Paese, dove la nostra battaglia di libertà passa attraverso la comunicazione.
C’è chi non si sente libero di dire ciò che pensa, perchè teme ripercussioni da parte di chi ha più “potere”.
Altri invece di questa libertà ne abusano.
Parlano, si esprimono, si lamentano oltre le righe, oltre quello che è il comune buon vivere.
E’ la libertà di comunicazione che ancora ci manca.
Teniamolo a mente.
Magari ci sono altre persone a cui mancano altri tipi di libertà, mentre noi crediamo di essere tutti allo stesso livello.
Moltissime libertà le abbiamo acquisite dal passato, da chi ha lottato, protestato, spesso a costo della vita, per queste libertà.
Teniamo a mente pure questo.
Sia mai che facessimo l’errore di pensare che la libertà te la danno di default, come quando parti a giocare a Monopoli e hai degli hotel che ti spettano di diritto.

La libertà in viaggio
Non importa il Paese di origine, chi viaggia a lungo è “un cercatore di libertà“.
Può esserne consapevole come no, ma il viaggio di medio lungo termine ha quella direzione.
Anch’io non sapevo bene cosa fosse fino a quando non mi ci sono trovato davanti.
Ti potrebbe interessare anche questo articolo che ho scritto in viaggio.
Si può soffrire di troppa libertà, perchè non ne siamo alla fine poi così abituati.
Delle grandi libertà non ce ne accorgiamo quasi (espressione, culto, famiglia, abbigliamento), tutte le altre tendiamo spesso ad evitarle (dedicarsi tempo, cambiare, libertà di non volere).
In viaggio sei completamente libero.
Puoi andare dove vuoi e come vuoi oppure decidere all’improvviso di cambiare direzione.
Credetemi che se non si è abituati la libertà in viaggio può essere pericolosa.
Esci dalla zona di comfort (entrando cioè in quella di scomfort) quando rompi quella barriera di oppressione che avverti.
Quando trovi il coraggio di sfidare e vincere quella sensazione che ti invita a tornare al tuo posto proprio quando dentro di te è vivo il sentimento contrario.

C’è libertà e libertà
Inizialmente con questo articolo volevo collegarmi alla Liberazione d’Italia.
Probabilmente non ci rendiamo conto o meglio, io non mi rendo conto, del regalo grande che mi hanno fatto persone che nemmeno ho conosciuto.
Poter vivere in un Paese libero, pacifico e con un sistema democratico.
Scrivendo questo articolo mi è poi venuto in mente quando, durante il mio anno di viaggio in Sudamerica, mi trovavo a Buenos Aires, da giorni steso nel letto dell’ostello completamente bloccato, indeciso sul da farsi, dubbioso di compiere qualsiasi azione.
Stavo soffrendo di mal di libertà.
Pensando a questo episodio la mia mente è poi tornata al recente passato, al mio viaggio in Iran.

L’Iran e la libertà sorvegliata
L’Iran è un Paese meraviglioso, potrei trovare decine di aggettivi ma nulla calza bene quanto “meraviglioso”.
“La sua gente” è meravigliosa.
Durante un mese di viaggio in Iran ho avuto la grande fortuna di trascorrere tanto tempo in compagnia di iraniani, molti dei quali conosciuti attraverso il Couchsurfing.
Già dalle prime conversazioni a Teheran avevo capito una cosa.
Ciò che ci differenziava maggiormente era la nostra percezione di libertà.
E’ soprattutto quando ti senti meno libero rispetto alla maggior parte delle persone che la tua percezione di libertà viene compromessa.
Come potrebbe essere diversamente in un Paese come l’Iran, sino a quarant’anni fa esempio di democrazia e diritti, oggi luogo di restrizioni e violente repressioni?.
“Che cos’è per te la libertà?”.
Questa è la domanda più semplice che mi è venuta da fare alle persone incontrate.
Questa domanda per me ha lo sguardo intenso di Mina che si sente obbligata a coprirsi il capo tutte le volte che esce di casa. La voce dispiaciuta di Mohammed costretto a vivere in casa con i genitori fino a quando non deciderà di sposarsi. Le mani gesticolanti di Alì mentre mi spiega che la “polizia morale” sanziona e reprime ogni manifestazione di canto e ballo in pubblico.

Forse non possiamo fare molto per queste persone e i loro diritti calpestati. E’ giusto sapere. Fare un viaggio responsabile vuol dire anche non restare indifferenti davanti a tutto questo.
Una cosa però dobbiamo farla. ESSERE GRATI.
Renderci conto ed essere grati di vivere in un Paese libero.
Lo diamo per scontato proprio mentre altre persone nel Mondo stanno pagando a caro prezzo la loro “non-libertà”.
Grazie a chi si è battuto e ha combattuto per le nostre libertà.
Onoriamoli per questo. FACCIAMOCI CASO.