
22 Mag “Tutto è possibile se lo vogliamo” – Tra Asia e Volontariato con Giulia
Da un pò di tempo racconto storie di persone che attraverso il viaggio sono entrate nella loro Scomfort Zone, nella sezione STORIE DI VIAGGIATORI.
A questa intervista però sono particolarmente affezionato.
Io e Giulia ci siamo conosciuti qualche anno fa in un ostello di Lisbona.
Lei lavorava lì, la prima esperienza fuori da giovanissima.
Io passavo “casualmente”, quella casualità di viaggio che non esiste, con in testa la folle idea di andare senza programmi in Sud America.
Giulia Zilibotti di strada da quel giorno a Lisbona ne ha fatta tantissima.
Ecco la sua avventura in Asia tra incontri e volontariato.
Ciao Giulia, raccontaci un pò di te e dove ti trovi
Ciao Mattia, che bello risentirci!
Ti racconto un po’ dove sono e cosa sto facendo ma soprattutto cosa mi ha portato qui.

Al momento mi trovo in Laos, che avevo pianificato di esplorare soltanto per qualche settimana, invece sono qui da quasi tre mesi.
Da due mesi sto vivendo nella sua capitale, Vientiane.
Da qui doveva partire il mio aereo per tornare a casa quando è iniziata “l’apocalisse” del Covid-19.
In quella situazione, confusa e piena di incertezze, avevo deciso di tornare per riavvicinarmi alla mia famiglia, che continuava ad essere sempre più preoccupata per me, pensandomi dall’altra parte del mondo, sola.
Il volo però è stato cancellato e mi sono trovata spaesata, a dover cercare soluzioni alternative per tornare, anche se pian pianino nella mia mente si faceva strada l’idea di rimanere.
In seguito ho detto di no ai voli di rimpatrio super costosi e pieni di complicazioni e, armandomi di grande coraggio e positività, ho deciso di restare.
Quindi sono in Laos per “colpa” del virus.
Scritto tra virgolette perchè in realtà avevo proprio bisogno di fermarmi un po’ dopo sette mesi di avventure e progetti in giro per il Sud-Est Asiatico.
E’ stato un periodo magico della mia vita, dove ho scoperto culture, tradizioni, modi di vivere e paesaggi da togliere il fiato.
Ma la parte più speciale è stata sicuramente aiutare gli altri.
Perché hai scelto di viaggiare e fare volontariato?

Ho scelto di fare volontariato perchè penso sia bellissimo donare il mio tempo, le mie energie e le mie idee a persone che non sono cresciute con i privilegi che ho avuto io, da quelli più piccoli a quelli più grandi.
Alcuni di loro non hanno avuto genitori che hanno fatto sacrifici per loro e nemmeno un’educazione, non hanno potuto inseguire i loro sogni perchè il loro compito è cercare di sopravvivere.
Parlaci dei progetti nei quali hai fatto volontariato
Il mio viaggio è iniziato dal Vietnam, dove ho insegnato inglese a persone con poche opportunità.
Ho amato le connessioni che ho instaurato con i miei studenti, conoscendoli sempre di più e capendoli sempre meglio.
Sono rimasta due mesi in questa comunità ad Hanoi.
Lasciarli è stato davvero difficile, ma mi aspettava l’esplorazione di quel paese meraviglioso dal Nord al Sud.
Sono poi entrata in Cambogia per iniziare il mio secondo progetto, che mi ha portata a fare volontariato con Viva la Vida Family.
Questa realtà si trova in un villaggio remoto nel centro del paese dove il sole batte forte e ci sono tanti bambini che scorrazzano liberi nelle strade polverose, che cacciano animali e insetti nei campi e cercano di arrampicarsi su alberi di mango.

In inglese si dice “to put yourself in someone else’s shoes”.
Questa espressione significa che, a volte, per cercare di capire il punto di vista di un’altra persona e di ciò che sta vivendo dobbiamo indossare le sue scarpe.
Ma nel nostro villaggio la maggior parte del tempo eravamo scalzi e questo dice tanto..
E’ come se in quel villaggio sia cambiato il mio modo di vedere cos’è importante e cosa non lo è per nulla.
Quella libertà di camminare scalza non la dimenticherò, così come sarà impossibile dimenticare quello che ho provato durante il progetto.
Avevo immaginato la Cambogia diversa.
Non pensavo che la realtà con cui mi sarei scontrata mi avrebbe dato tante risposte ma allo stesso tempo fatto sorgere così tante nuove domande sul Mondo, sulla giustizia, sui diritti umani e soprattutto su me stessa.
Mi ha fatto riflettere su tutte le porte aperte che ho trovato nella mia vita senza nessuna particolare ragione.
Mentre altre persone le porte le trovano tutte chiuse dal momento in cui nascono.
Cose scontate per noi, come andare a scuola e avere accesso ad acqua potabile, per loro non sono possibili.

Nel corso dei vari progetti mi sono resa conto che non ero solo io ad insegnare loro a contare o a parlare inglese, a disegnare o a lavarsi i denti.
Erano loro ad insegnarmi cose molto più importanti, erano felici con così poco, con niente riuscivano a trovare modi di giocare, costruire, divertirsi.
E’ stato facile partire, uscire dalla tua zona di comfort?
Mi ricordo così bene il momento in cui ci siamo conosciuti, a Lisbona nella cucina dell’ostello dove io stavo lavorando quell’estate e dove tu invece eri ospite, all’inizio del tuo incredibile viaggio in giro per il Sudamerica.
Abbiamo condiviso un po’ delle nostre storie a cena insieme agli altri ospiti dell’ostello e parlato a lungo dei nostri sogni, della meraviglia del Mondo e di quanto a volte rimaniamo intrappolati in situazioni che sono “Comfort” ma non ci rendono felici per davvero.
Sia io che te eravamo proprio nel momento del tuffo nello “Scomfort”, e che avventure abbiamo vissuto!
Da quella prima estate sola all’estero la mia vita ha preso una strada fatta di tanti piccoli e grandi progetti, piccole e grandi anime, piccole e grandi realtà.
E non potrei essere più riconoscente per tutto quello che è successo.
Uscire dalla zona di comfort sicuramente non è stato facile, la prima volta è stato quasi traumatico per la paura di cosa avrei trovato dopo quel “salto” e le paure delle persone intorno a me per aver preso quella folle decisione.
Per fortuna ho ascoltato quella voce dentro di me che mi diceva:
“Parti, parti!”

Perchè quello che ho trovato è stata vita pura, ci sono stati momenti in cui mi sembrava di vivere in un sogno.
Una volta usciti dalla zona di comfort ed entrati nella scomfort zone la vità si fa più intensa, nel bene e nel male.
Ti porta a dormire su superfici più dure di rocce, a mangiare cose che mai avresti immaginato, ti dimentichi che giorno è, alcuni compleanni, di guardare il telefono tutto il tempo.
Questo perchè sei così impegnato a vivere il presente, così immerso nella corrente della vita, ti perdi negli occhi delle persone che incontri e con cui condividi un po’ di strada.
Ogni volta però che torno a trovare un po’ di comfort in un posto o in una situazione, uscirne è sempre un pochino difficile.
Il segreto è continuare a farlo, scegliere di star scomodi, scegliere di provare cose nuove, imparare una nuova lingua o uno strumento da zero, compare acquerelli e iniziare a dipingere, cimentarsi con nuove ricette, buttarsi sempre e comunque, anche quando quello che stiamo per fare sembra molto più grande di noi.
Ma alla fine tutto è possibile, se lo vogliamo davvero.

Se ci mettiamo cuore e ci investiamo tempo qualcosa succederà.
Qualcosa ci insegnerà e, anche se non arriviamo dove volevamo, forse arriveremo dove non ci saremmo mai aspettati e sarà una bella sorpresa.
La vita è così, tutta una scoperta, piani fatti e stravolti, tempeste che ci colpiscono solo per fortificarci e portarci più in là.
Un consiglio per chi volesse come te partire in viaggio come volontaria/a?
Il mio consiglio per chi volesse partire come volontari* è di selezionare un’area in cui si vuole aiutare e cominciare a ricercare un progetto che valga il nostro tempo, dove sentiamo di poter fare la differenza.

A volte ci vuole più tempo del previsto a selezionare il progetto, ma vogliamo essere sicuri che sia valido e fatto per noi.
Una volta candidati e selezionati, inizia la preparazione e le mille domande che ci frullano in testa su come sarà, se saremo pronti, che effetto ci farà, se e come ci cambierà.
L’importante è non perdersi tra questi interrogativi e mantenere l’entusiasmo per quello che verrà.
Il mio consiglio più grande è:
Partite leggeri, lasciate che il vostro cuore sia libero di assorbire qualsiasi cosa questa esperienza vi porterà.
Preparate lo zaino ma lasciate a casa paure e insicurezze.
Fidatevi. Lanciatevi. Amate.