
02 Mar Woodvivors – Riscoprire le antiche tradizioni a dorso di mulo. Intervista a Francesco Paolo Lanzino
I Woodvivors sono gli abitanti dei boschi, “chi si è dato alla macchia”.
Un gruppo di giovani sta per intraprendere un lungo viaggio per realizzare un film che valorizzi le antiche tradizioni italiane.
Ne parliamo insieme a Francesco Paolo Lanzino, il regista del progetto Woodvivors.
Se fosse il titolo di un film sarebbe “Woodvivors – L’Italia a dorso di mulo“.
Forse sarà veramente questo il titolo perchè Francesco, che oggi intervistiamo, vorrà ricavare proprio un film che racconti Woodvivors e l’Italia a dorso di mulo.
Ciao Francesco, iniziamo parlando un pò di te
Sono un ragazzo di quasi 27 anni (li compirò il giorno prima della partenza di quest’avventura), nato e cresciuto in Sicilia, a Palermo.
Sin da bambino ho praticato come sport la vela.
Quando si va per mare ci si lascia alle spalle la comfort zone, imparando a leggere gli strumenti che la natura ci dà per riuscire a gonfiare le vele e procedere lungo la propria rotta.
Se sin da piccolo la vela è stato uno sport in cui ho gareggiato con la foga dell’agonismo, quando andavo in montagna riuscivo invece a rilassarmi e a godere di ogni singolo momento senza pensieri.
Sin dall’età di 14 anni, infatti, i miei viaggi estivi sono sempre stati zaino in spalla, esplorando e facendo trekking in Italia e in Europa, pur mantenendo il mio impegno nel mondo della vela.
Nel 2017 ho vinto il campionato del mondo Under 25 della classe Platu25, iniziando poi ad allenare nella squadra agonistica SSD Palermo Sport.

Woodvivors è il nome del vostro progetto, di cosa si tratta?
Siamo ormai consapevoli che il nostro modo di vivere, inteso come stile di vita, stia distruggendo il nostro pianeta e che si rende sempre più urgente e necessario un cambiamento da parte nostra.
Quello che spinge noi ragazzi dell’Associazione di Promozione Sociale Woodvivors sono, oltre ad una famelica curiosità, una domanda:
Possiamo imparare qualcosa dal passato?
Per questo abbiamo deciso di partire con due mule dalla Sicilia per arrivare, lungo un viaggio di 6 mesi, fino in Piemonte.
Esploreremo il nostro territorio e i suoi borghi antichi per costruire un futuro sostenibile che vada a braccetto con l’eredità che ci è stata affidata.
Viviamo in una società che corre, senza badare che sia giorno o notte, e corre talmente veloce che rischia di lasciare indietro una parte fondamentale di se stessa: la propria identità culturale.
Ancora oggi, fortunatamente, nelle zone più interne e rurali d’Italia c’è chi, nonostante le mille incertezze (leggi spesso avverse, strade sconnesse, disoccupazione, ecc.) ha mantenuto un certo modo di vivere, tramandato da padre in figlio oralmente e con la pratica.
Proprio loro, questa gente che volontariamente ha deciso di isolarsi e condurre la propria vita ai margini della società moderna portando avanti questo immenso bagaglio culturale, sono i WOODVIVORS.
Woodvivors si potrebbe tradurre come “Abitante dei boschi”, ovvero “Un Macchiaiolo, colui che si è dato alla macchia”.
Tanti sociologi e antropologi hanno già scritto sulla civiltà contadina, noi dell’associazione Woodvivors vorremmo, tramite il mezzo video, che siano loro stessi a parlare, a raccontarsi, ad insegnarci.
Che importanza ha per voi al giorno d’oggi riscoprire i vecchi mestieri?
Conducendo questa ricerca non vogliamo insinuare che sia meglio tornare al passato o che in quei tempi si viveva meglio, perché sappiamo benissimo che non era così.
Quello che stiamo compiendo è, in un certo senso, un lavoro di archeologia sociale.
Pensiamo che sarebbe giusto dare importanza ai mestieri e alle tecniche antiche che sono state per tanto tempo alla base della nostra cultura.
Polifemo, personaggio descritto da Omero nell’Odissea, tanto per fare un esempio, faceva il pastore.
Più precisamente faceva la ricotta!
Ebbene, al giorno d’oggi fare la ricotta in quel modo non è più concesso dalle leggi dello Stato.
Un altro esempio che mi ha toccato da vicino in questi giorni è quello di Gratteri, piccolo paese nel Parco delle Madonie, luogo di inizio del nostro viaggio.
Gratteri un tempo era famosa per i suoi telai e i suoi tessuti.
Negli ultimi 20 anni non solo non c’è più nessuno che tesse al telaio ma, avendo smontato in passato questi attrezzi per liberare magazzini e abitazioni, non c’è nessuno in grado di rimontarne uno!
Qual è il risultato?
Nel giro di due decenni abbiamo perduto, oserei dire buttato, tecniche e sapienza guadagnate in tanti millenni.
C’è il serio rischio che servano altri millenni per riuscire ad eguagliare le tecniche adoperate dai nostri nonni.

Perché avete deciso di intraprendere un viaggio lento a dorso di mulo?
Il mulo è il simbolo indiscusso della civiltà contadina, insieme al suo parente di sangue, l’asino.
Dietro ad ogni mestiere contadino, fino a non tanto tempo fa, c’era un mulo.
Spesso si pensa erroneamente che questi animali siano stati sfruttati con malizia dagli uomini, ma ciò non è sempre vero.
Ogni mulo era infatti ben ferrato da un mastro di mascalcia seppur il suo padrone spesso non possedeva nemmeno le scarpe.
Oltre al ruolo più comune di mezzo di trasporto bisogna pensare che dietro alle macine per fare l’olio, la farina, il vino, c’erano i muli.
Basta guardare una casa, un ponte, una vecchia strada per scorgere nell’immaginario centinaia di muli, fedeli ed instancabili lavoratori, e i loro mulattieri cooperare per lasciarci quello che tutt’ora possiamo vivere e di cui possiamo godere.
Il mulo era un componente della famiglia a tutti gli effetti.
I contadini spesso passavano più tempo con i propri muli che con le proprie mogli.
Durante i miei viaggi pregressi, quando arrivavo in un paese nuovo, su dieci anziani incontrati soltanto due, in media, erano disposti a raccontarmi un aneddoto o semplicemente ad intrattenersi con me.
E’ davvero comprensibile come questa gente spesso non abbia voglia di parlare delle proprie umili origini.
Queste barriere si sono abbattute, invece, quando ho iniziato a viaggiare con un mulo.
Il mulo in questi paesi è come una rockstar.
La gente si alza vedendoti arrivare da lontano, spesso emozionata e riflettendo su quanto tempo fosse che non si vedeva una “mula bardata” in giro.
Il mulo è una vera e propria macchina del tempo che ci consente di viaggiare indietro nelle memorie e nelle emozioni degli anziani protagonisti della civiltà contadina, instaurando subito un rapporto diretto con la gente che incontriamo.
Un catalizzatore di emozioni e racconti per dirla in breve.

Manca poco alla vostra partenza. Come vivete l’attesa di un lungo viaggio?
Eh si, manca ormai meno di un mese alla partenza!
Sono felicissimo di partire, è un sogno che si realizza!
Allo stesso tempo non sono mai stato in viaggio, sacco a pelo e tenda, per sei mesi di fila e la cosa aggiunge quel “pepe in più” legato alle mille domande che probabilmente resteranno senza risposta fino a quando non saremo partiti.
Vogliamo che questa ricerca che stiamo attuando nasca e cresca sul campo: saranno le esigenze e gli incontri giornalieri a stabilire il tempo di marcia e le possibili deviazioni.
Insomma, una scomfort zone lunga quanto la penisola italiana che ci attende e ci chiama a gran voce!
In questi giorni stiamo continuando gli allenamenti con le mule, Gina e Agnese, qui nel Parco delle Madonie, senza però tralasciare niente.
Stiamo infatti revisionando e installando qualche piccolo gadget tecnologico, grazie all’instancabile lavoro del nostro partner Recipient.cc.
Sul camper d’appoggio, che fungerà anche da regia mobile durante i sei mesi di viaggio/riprese, Ferrino fornirà tutta l’attrezzatura tecnica necessaria a me e alla troupe durante il viaggio.
Stiamo lavorando al trattamento del film insieme ad Ellev Derks, antropologa e aiuto regista della spedizione, e al team di Crooner, società di produzione video che curerà le riprese.
Stiamo inoltre progettando il nuovo sito che ospiterà anche un blog di viaggio dove raccoglieremo l’archivio video che andremo pian piano realizzando.
Il tempo sembra non bastare mai ma, dopo tre anni di preparazione, in realtà non vediamo l’ora di metterci in cammino!

Che consiglio daresti a chi sogna di inseguire un viaggio o un progetto come voi?
Quello che mi sento di consigliare davvero a chiunque è che si, le paure fanno parte del giro di giostra ma non lasciate che siano le paure a far prendere decisioni che invece potreste prendere voi.
Siate consapevoli della vostra scelta e siate disposti anche ai sacrifici che essa comporta.
Lasciate che sia il giusto mix fra razionalità ed emozioni a guidarvi.
Con la passione e la perseveranza ci si rende conto di quanto in realtà non c’è niente di più naturale di una scelta presa consapevolmente, ovunque essa ti porti.
Come possiamo seguire e sostenere il vostro progetto?
Per sostenere le spese legate alla produzione audiovisiva abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso nella quale troverete anche delle simpatiche ricompense per le donazioni, dalle shop-bag in cotone naturale Woodvivors alla possibilità di passare un weekend di viaggio insieme a noi.
Siamo online sul nostro sito ufficiale www.woodvivors.it al quale presto sarà collegato anche il Blog dei Macchiaioli che stiamo scrivendo!
Nel frattempo potete seguirci su Facebook e Instagram per non perdervi nemmeno un metro di strada!
Scopri altre storie come quella di Francesco nelle SCOMFORT STORIES.
Ph. Credits Immagine di copertina: Benni Priolisi